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CIVICO 33 monologhi di donne

by Emanuela
CIVICO 33 monologhi di donne con Emanuela Panatta e Alessandra Fallucchi foto di scena Paola Panatta

UN CROCEVIA DELL’ UNIVERSO FEMMINILE IN CUI LE DONNE SI RACCONTANO IN CHIAVE TRAGICOMICA

Lo spettacolo teatrale vede protagoniste l’autrice Emanuela Panatta ed Alessandra Fallucchi, inoltre insieme curano la regia.

Emanuela Panatta romana, poliedrica classe 1977, oggi a distanza dei 30 anni dal programma Cult ‘Non è la Rai’ che la vide tra le protagoniste, recita, danza, scrive e insegna. Lavora dai suoi esordi televisivi (1991 Bulli & Pupe reti Mediaset) nel mondo dello spettacolo, ricoprendo ruoli differenti, nel corso degli anni non si è mai fermata se leggiamo con attenzione il suo curriculum si è formata e ha lavorato in Italia e all’estero con fatica e impegno: un grande amore per il teatro e il cinema, una lunga gavetta, una famiglia alle spalle, tanta fiducia, disciplina, il desiderio di girare il mondo, una valigia  sempre pronta piena di sogni e di sogni sembra ne abbia ancora molti da realizzare… 

CIVICO 33 monologhi di donne pensati per la messa in scena teatrale, tratto dal suo omonimo libro stampato nel 2016 dalla casa editrice Il Torchio, diventa uno spettacolo che prende vita in due versioni con due e quattro attrici.

Emanuela e Alessandra Fallucchi curano l’adattamento teatrale, la regia oltre ad essere le attrici protagoniste. Il 18 dicembre 2019 presso il Teatro Cometa Off di Roma è stato presentato un primo studio della versione a quattro voci e un violoncello e la versione che vede Emanuela ed Alessandra protagoniste è stata presentata al Teatro Elicantropo di Napoli dal 30 gennaio al 2 Febbraio 2020, prima del primo Lockdown.

Prima di tutto spiegateci il perché di queste due versioni? Quali sono le differenze? E quale porterete avanti nell’imminente?

EMANUELA  Scrivo per immagini. Quando vidi nel 2003 Dogville il film di Lars von Trier con Nicole Kidman mi colpi’ moltissimo la scenografia; era il periodo in cui avevo terminato il mio percorso triennale presso l’Accademia di Teatro di Beatrice Bracco a Roma, collaboravo con Beatrice come assistente, leggevo, scrivevo, vedevo tantissimi film mentre lavoravo e studiavo al Dams,  prendevo man mano coscienza che quello che scrivevo avrei voluto portarlo in scena. Sono stata influenzata da quel film che ho amato profondamente: ho immaginato 4 sedie in uno spazio vuoto, delineato da un perimetro immaginario, un quadrato abitato da quattro donne completamente differenti che si parlavano rispecchiandosi l’una nell’ altra con i loro pregi e difetti. In scena l’essenziale: abiti, scarpe, accessori e musica volevo ci fosse musica, uno strumento in scena. L’idea dello spettacolo è nata con quattro attrici e un musicista. Ho investito insieme al mio editore Marco Serri editrice il Torchio, che ha creduto da subito nel mio progetto stampando il mio libro nel 2016, un primo studio che abbiamo presentato e allestito in una settimana al Teatro Cometa Off di Roma con la regia di Alessandra Fallucchi e la partecipazione oltre me, delle attrici Bianca Nappi, Sara Baccarini, Alessandra Merico e il maestro Gabriele Calanca al contrabasso con l’obiettivo di trovare una distribuzione teatrale, purtroppo il lockdown ha bloccato tutto. La versione due attrici è nata a seguire collaborando con Alessandra, la messa in scena è più semplice da gestire, abbiamo fatto tutto noi due insieme. Una sfida, abbiamo voluto metterci in discussione e vedere come andava. Torneremo in teatro a Roma nel 2022 con la versione a due voci, la versione in quattro avrà bisogno di un nuovo allestimento.

ALESSANDRA L’idea di due versioni è anche di carattere pratico, produttivamente l’impegno per far girare un cast con 4 attrici, 1 musicista è importante e di più difficile realizzazione. Per questo con Emanuela abbiamo poi pensato ad una versione a due attrici, più agile e veloce da distribuire, oltre a ciò avevamo voglia di fare una cosa insieme solo noi due e recitare insieme cosa che non accade nella versione a 4 dove Emanuela recita e io sono dalla parte della regia. Le differenze sono proprio di impostazione. Nella versione a più attrici ogni donna incarna un prototipo femminile preciso e ognuna ha il suo, nella versione a due invece io ed Emanuela rappresentiamo tutte le sfaccettature del femminile che ci sono nel suo testo. Oltre a ciò l’idea dello spettacolo con più attrici è quella di rendere esplicito lo spazio di un condominio dove le vite delle varie donne si intrecciano, mentre nella proposta a due lo spazio scenico è un contenitore dove esplicitiamo il gioco meta-teatrale dell’essere attrici/personaggi, i cambi sono a vista e il gioco è sempre diverso tra noi, a volte siamo una il doppio dell’altra oppure lo specchio dell’altra o anche un’amica o un’antagonista. Nell’imminente porteremo avanti la versione a due anche per questioni legate all’emergenza sanitaria.

Come vi siete conosciute?

ALESSANDRA Ci siamo conosciute insegnando diversi anni fa, in una stessa scuola di formazione per attori di Roma lo Studio Emme di Sergio e Sara Martinelli.

EMANUELA Con Alessandra ho avvertito empatia: complicità, stima, fiducia, rispetto, il desiderio di fare il meglio insieme, nutrendo in primis la nostra anima. La nostra amicizia è speciale, lavorare insieme in questi casi, è un’opportunità.

Un progetto che tu Emanuela porti avanti con determinazione e tenacia, quanto è stato importante l’incontro artistico con Alessandra?

EMANUELA Credo negli incontri e quando questo avviene è perché si ha bisogno dell’altro per conoscere ed evolvere qualcosa di se. Aprirsi all’ ascolto e poter condividere. Abbiamo creato insieme.

E per te Alessandra cosa ti ha spinto a collaborare con Emanuela?

ALESSANDRA Io adoro Emanuela, in primis per la sua sensibilità ed intraprendenza come donna ed artista, per la sua solarità e voglia di fare. Mi è venuto spontaneo voler lavorare con lei, direi una folgorazione, come un amore a prima vista.

Come avete vissuto il momento di Lockdown, subito dopo aver debuttato?

EMANUELA Un flusso che s’interrompe. Uno STOP non previsto, da accettare e trasformare. Il momento vissuto è stato difficile per tutti in ogni settore. Una guerra che ha fermato tutto. Restando con me stessa nel mio appartamento con i miei affetti, ho cercato di alimentare la mia anima dedicando quel tempo (che durante la frenesia di una quotidianità cittadina utilizzo per ‘correre’) per ‘stare – sentirmi’ ho dormito molto, ho allenato il corpo ogni giorno, leggendo, scrivendo, cucinando, riflettendo su ciò che stava accadendo, credo come gran parte delle persone.  Molta paura, molte persone care scomparse. Ho “tagliato molti fili” che non avrei mai pensato di tagliare.

ALESSANDRA Non è stato piacevole, ma all’epoca pensavamo potesse durare di meno il blocco dei teatri e quindi non ci siamo abbattute…certo adesso dopo essere stati per molto tempo fermi e molte piazze saltate il bilancio è un po’ più pesante.

In questo spettacolo avete curato, adattamento teatrale, regia e interpretazione è stato difficile creare tutto da sole? Decidere in due?

EMANUELA No, come dicevo prima per me è molto importante la sinergia, poter condividere quando c’è stima. Avevo delle idee riguardo la messa in scena che abbiamo discusso, Alessandra ha aggiunto bellezza, cura, passione a CIVICO 33 con la sua formazione ed esperienza. Credo nella collaborazione tra Donne quando si è risolte e si possiede personalità. Il connubio è vincente quasi sempre… Ci stimiamo e amiamo il nostro lavoro, non c’è prevaricazione, né invidia, solo il desiderio di lavorare al meglio.

ALESSANDRA Difficile non direi, stimolante si però. In genere avevamo la stessa visione delle cose, anche se su qualche decisione abbiamo dovuto “discutere” per trovare un accordo, ma sempre con grande affetto e grande stima reciproca, quella che rende possibile non solo le amicizie ma le vere collaborazioni.

Siete due professioniste con un lungo bagaglio di esperienze differenti. Che tipo di sinergia avete creato collaborando? Come avete lavorato ad una duplice regia?

EMANUELA  mi ripeto: ascolto, stima, rispetto, poter parlare sempre di tutto in maniera sincera e diretta senza nessun filtro. Grazie ai nostri percorsi differenti riusciamo ad arricchirci ogni volta è molto costruttivo lavorare insieme .

 ALESSANDRA Io credo che l’incastro perfetto artisticamente fra me ed Emanuela sia soprattutto nella diversa storia professionale che abbiamo. Questa differenza di percorsi ci arricchisce e ci consente di integrarci perfettamente. Io ho una formazione più classica come attrice e regista venendo dalla Silvio D’Amico, quindi una forte esperienza sul testo, la battuta e il ritmo, Emanuela invece con il suo percorso anche sul teatro danza e la sua esperienza con Giancarlo Sepe sicuramente una capacità di integrare magnificamente il lavoro fisico a quello sulla parola. Oltre a ciò ad entrambe interessa lavorare sulle emozioni e sulla “verità” o “credibilità”.

Qual è il personaggio che interpreti nel quale ti rispecchi di più?

EMANUELA Giulia e la gola, amo la buona cucina e ci sono diversi alimenti che non posso mangiare per via delle mie allergie, fu un vero ‘colpo’ scoprire di dover eliminare dalla mia alimentazione per un lungo periodo le farine. Mi diverto molto ad interpretare la cartomante Mirka, una donna che realmente ho conosciuto per studiarla.

ALESSANDRA Un po’ di tutti direi….sono sia la donna tradita che quella che tradisce, la casalinga mamma disperata o la ragazza precaria nel lavoro.

Quello invece più distante da voi?

EMANUELA Veronic una spogliarellista che interpreto e Roberta una donna vittima di violenza, due donne che incontrai e che mi raccontarono le loro storie.

ALESSANDRA Roberta, vittima di violenza da parte del suo fidanzato. Per fortuna non ho mai vissuto un’esperienza simile.

Qual’ è la necessità che vi spinge a fare Teatro?

EMANUELA E’ una vocazione. Una necessità come respirare, bere, mangiare non ho l’ alternativa è poter divulgare, parlare, ascoltare, farsi sentire, esserci, poter vedere, portare in scena, sul palcoscenico spesso ciò che non può arrivare in altro modo. L’arte è una cura, un bisogno radicato nel profondo, è evoluzione, crescita, bellezza, cultura e ora più che mai ne abbiamo bisogno.

ALESSANDRA Non l’ego sicuramente. La voglia di conoscere, il bisogno di indagare la natura umana (la mia in primis) e di osservare il mondo e raccontarlo, magari con un filtro e condensandone gli elementi per me importanti.

E’ uno spettacolo da consigliare agli uomini?

ALESSANDRA Assolutamente si!

EMANUELA Ognuno può ritrovare nelle storie che raccontiamo delle parti di se e dell’altro che forse a volte ci limitiamo ad osservare con superficialità. Si riflettere e si sorride…

Vivere un difficile momento: il settore spettacolo è stato ed è uno di quelli più colpito. Come vedete il presente e il futuro?

EMANUELA Siamo stati colpiti e affondati. Stiamo tornando alla vita, siamo forti. Ripartire da dove tutto è stato interrotto. Non vediamo l’ora di poter tornare in scena. Ho imparato a non nutrire troppe aspettative,  vivo nel presente, il resto si vedrà.

ALESSANDRA Il presente è ancora incerto e il futuro credo sarà pieno di problemi da affrontare ma potrebbe anche essere portatore di nuove energie e di cambiamento. Spesso dai momenti drammatici possono nascere nuove realtà e migliori visioni delle cose. Io sono molto tenace e poco incline alla lamentela e alla disperazione, di base tendo a fare sempre qualcosa per non rimanere ferma ad aspettare che qualcuno risolva i problemi per me.

Oltre a replicare cosa augurate a questo progetto?

EMANUELA Il mio caro amico Gianni mi diceva: “ Sei intraprendente, temeraria e indipendente” spesso penso alle sue parole… Ho un altro progetto in cantiere riguardo CIVICO 33 per ora ci sto lavorando, mi prendo solo il mio tempo…

ALESSANDRA Di essere visto da tante persone e di poter vedere anche altre forme di narrazione oltre che la carta stampata e il teatro.

Entrambe insegnanti. Un consiglio ai giovani che studiano per diventare attori.

EMANUELA Non mi stancherò mai di ripetere le parole che mi venivano dette quando da ragazzina ho iniziato a danzare non è un mestiere per tutti. Serve personalità, disciplina, una forte motivazione, un grande bisogno personale. Bisogna essere molto coraggiosi per intraprendere il nostro lavoro. Serve cuore, cervello e fortuna, trovarsi al momento giusto nel posto giusto. Saper riconoscere l’opportunità e sapere anche dire molti NO. Bisogna studiare sempre è fondamentale. Essere poliedrici, completi, curiosi, interessati per essere interessanti. Lavorare sodo con umiltà, essere unici. La formazione è continua non finisce mai.

ALESSANDRA Studiare, avere pazienza, umiltà e tanta tenacia e determinazione. Non pensare alle strade facili o ai falsi miti del mondo dello spettacolo. Le occasioni possono arrivare in qualsiasi momento ma bisogna essere preparati, anche psicologicamente.

La scelta della scenografia minimalista a cosa si deve?

ALESSANDRA Io non sono una grande fan del teatro pieno di scene ed effetti speciali, condivido la posizione di Peter Brook quando dice che per fare teatro basta una sedia e un attore che racconta una storia a qualcuno che lo ascolta. Questo spettacolo e la nostra idea dello spazio scenico in cui agire non richiedono nulla di più che 4 sedie (una diversa dall’altra) e delle valigie. Rispondiamo ad una reale necessità della nostra idea di messa in scena.

EMANUELA Penso di aver risposto nella prima domanda… Anche io amo Peter Brook e il lavoro di Pina Baush.

Vedendo lo speciale dello spettacolo andato in onda nella puntata del 19 marzo nel programma di Rai 5 “Save the Date”  ho notato che focalizzate l’attenzione del lavoro attoriale anche molto sul lavoro del corpo?

ALESSANDRA Il teatro è l’attore e l’attore per me è lo strumento che attraverso la sue voce e il suo corpo e la sua sensibilità veicola le parole del testo. Come si fa a non lavorare sul corpo?

EMANUELA Agisco perché sento. Come si fa a non lavorare sul corpo?

Al giorno d’oggi possiamo parlare di rapporto paritetico uomo-donna nella coppia? E sul lavoro?

ALESSANDRA Onestamente direi proprio di no. Sul lavoro meno che mai. Ancora siamo lontani dall’avere un trattamento paritario, cosa sulla quale mi scontro continuamente. Nella coppia direi che accettare ed apprezzare una compagna indipendente, intelligente e che non sta zitta quando qualcosa non le va bene è ancora una capacità che pochi uomini possiedono (forse a parole ma nei fatti……)

EMANUELA Dobbiamo sempre dimostrare qualcosa in più, l’intelligenza e la bellezza spesso sono qualità scomode quando si incontrano uomini che necessitano detenere il potere. Fortunatamente ho incontrato uomini estremamente affascinanti e intelligenti che supportano  le donne, le amano e le rendono ancora più forti e belle. Ho molto rispetto per la figura maschile di cui ne riconosco l’importanza del ruolo essendo cresciuta con un papà e dei nonni straordinari. Lottiamo da sempre per avere il “nostro posto” in questo mondo fatto di uomini e come diceva Marilyn Monroe con la sua meravigliosa leggerezza, l’importante è poterci vivere da Donna.

Per un’attrice quali sono le difficoltà che un attore deve e che non deve affrontare?

ALESSANDRA Come attrice spesso vengo giudicata in primis per il mio aspetto fisico e solo dopo per quello che so fare, poi è difficile far passare anche l’immagine di un’attrice che magari scrive o dirige o coordina un gruppo e una compagnia. Credo sia giusto coltivare l’immagine esteriore e il mistero che vanno congiunti al fascino che un’attrice (e un attore) devono emanare (è un lavoro seduttivo infondo), ma ritengo anche che bisognerebbe abbattere gli stereotipi. Ecco le formule predefinite e gli stereotipi sono per me contrari all’arte e alla recitazione e a questo mestiere in generale. Le difficoltà sono molte: vivere nel precariato, venire sempre giudicati, accettare che non si può piacere a tutti, aspettare un provino e dipendere dalle decisioni di altri, lavorare spesso in condizioni di sforzo fisico….per non parlare dello stato del nostro lavoro in termini di tutele contrattuali…

EMANUELA Anche a questa domanda ho risposto in parte prima. Le difficoltà ci sono in ogni settore. Un danzatore, un musicista non possono lavorare se non sono in grado di danzare o suonare, spesso si ha la presunzione di sentirsi attori affermati senza aver studiato o solo perché si è stati molto fortunati da ricoprire un ruolo. Il successo spesso è effimero. Bisogna avere molta energia, tenacia e disciplina come dicevo prima per inseguire un obiettivo e i piedi ben radicati a terra. Tanti sono gli amatoriali, che vivono facendo un altro mestiere e per hobby nei ritagli di tempo dopo aver seguito un paio di laboratori di recitazione salgono sul palcoscenico, molti iniziano persino ad insegnare, accettano compensi bassi e danneggiano chi realmente ha una professionalità costruita nel tempo. I raccomandati esistono e ci saranno sempre in ogni lavoro. Non basta il talento, bisogna veicolarlo, avere quel qualcosa in più che ti rende “Unico” per vivere facendo il mestiere dell’attore. Si incontrano molti millantatori e soprattutto per chi è alle prime armi dico “state attenti”! Serve avere un’ agenzia di rappresentanza per poter partecipare a casting professionali, fondamentale è il ruolo che gioca la fortuna, incontrare qualcuno che “s’innamori di te artisticamente” è come fare BINGO! Si gioca alla roulette e devi credere che prima o poi vincerai!

Emanuela Panatta foto di Paola Panatta

EMANUELA

Com’è nata l’ispirazione di questi personaggi e perché un libro al femminile?

Ho sempre avuto la passione della scrittura e della lettura fin dalle scuole medie, sono sempre stata una sognatrice, con la testa tra le nuvole e i piedi ben saldi per terra. Durante i miei studi da attrice, lavorando su dei personaggi ho iniziato a scrivere storie, pensieri, dialoghi, biografie; mi perdevo spesso nell’ osservare il mondo fuori da me. L’essere in ascolto, presente a me stessa mi ha dato la possibilità di nutrire le idee e solo in un secondo tempo ho pensato al libro a come strutturarlo; non ho cercato una casa editrice in principio. Ho scelto di pubblicare tramite una piattaforma web nel 2014,  ho venduto molte copie poi nel 2016 ho trovato la casa editrice. Volevo un libro mio ci credevo, tutto è stato semplice. Seguirò la stessa procedura con il secondo libro che uscirà prossimamente.

Una figura femminile di riferimento nella recitazione, nella danza, nel cinema, nella scrittura?

Sono molte le figure femminili che mi influenzano se penso a delle attrici del passato: Sarah Bernhardt, Audrey Hepburn, Marilyn Monroe, Marlene Dietrich, Bette Davis, Elizabeth Taylor, nella danza: Isadora Duncan, Martha Graham e nel teatro-danza a Pina Baush, nel cinema le registe Lina Wertmuller, Agnes Varda, le scrittrici Virginia Woolf, Mary Shelley, Jane Austen…potrei dirtene molte altre…

Le donne di Civico 33? sono tutti “avatar amplificati” di alcuni lati del tuo carattere oppure sono donne reali a cui ti sei ispirata?

Le storie che racconto sono romanzate seppur alcune tratte da storie vere. Ogni personaggio racconta qualcosa di me, siamo Donne e come tali legate da denominatori comuni…

Alessandra Fallucchi

ALESSANDRA

Anche tu hai una lunga esperienza fra teatro, cinema e tv. Cosa ti ha motivato a interpretare le donne di Civico 33? La tematica femminile è un tema che hai più volte affrontato, cito ad esempio un tuo lavoro da regista: Voci dall’Iliade le donne raccontano: da Omero a Baricco.

In che modo Civico 33 racconta le dinamiche quotidiane femminili?

ALESSANDRA La mia gavetta è stata con la compagnia IL CARRO DELL’ORSA specializzata in tematiche e drammaturgia al femminile, mi interessa parlare del mondo attraverso lo sguardo delle donne, dare loro una voce, vedere un avvenimento storico dal punto di vista delle donne, penso per esempio al mio spettacolo ITALIA 15/18: STORIE COMUNI DEL TEMPO DI GUERRA, dove il fulcro dello spettacolo sono le testimonianze delle donne nel primo conflitto mondiale. E’ il femminile che conosco bene e da quello parto. Ma non sono disinteressata ad altri punti di vista, anzi al contrario….Mi interessa generalmente il teatro che parla a tutti, che non si ghettizza e non diventa manifesto di posizioni politiche o altro. Il teatro è il luogo delle domande, del dubbio e delle contraddizioni……Come forse dovrebbe anche essere il vivere.

EMANUELA

Oltre al Teatro, cosa sceglieresti nell’imminente: CINEMA un ruolo da protagonista per un film d’autore, TV una conduzione di un programma tutto tuo, la partecipazione ad un reality?

CINEMA un ruolo da protagonista per un film d’autore.

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CIVICO 33 Monologhi di donne, con Emanuela Panatta e Alessandra Fallucchi

Intervista di Paolo Linetti

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